Come scegliere le scarpe da corsa

Il running è un’attività molto diffusa per mantenersi in forma e, particolare da non sottovalutare soprattutto per il gentil sesso, ideale per ritrovare la linea. Per praticarlo al meglio ed in tutta sicurezza è fondamentale utilizzare le scarpe più adatte a questo sport. Meglio evitare di cimentarsi nella corsa con delle scarpe inadeguate, onde scongiurare lesioni di varia entità.

Ma come si scelgono le scarpe da corsa? Quali sono i fattori più importanti da considerare? Innanzitutto è bene liberarsi dal concetto della “marca”. È vero che ci sono produttori specializzati, ma molto più importante del brand è il modello. E non solo, ognuno di noi ha delle caratteristiche speciali, per cui non esiste neanche un modello universalmente valido.

Per tanto non esiste la scarpa migliore per correre, ma la scarpa che si adatta meglio al nostro modo di correre e alle nostre caratteristiche fisiche.

Primo parametro da considerare è il peso corporeo. Le scarpe da corsa hanno gamme di peso consigliate in base all’imbottitura e alla stabilità. Se pesiamo 65-70 kg è meglio orientarsi verso scarpe leggere con meno ammortizzazione, ma con un peso di 90 kg si avrà bisogno di una scarpa maggiormente imbottita e più stabile. La stabilità è inversamente proporzionale alla flessibilità e nei negozi troverete questa scala indicata nella sigla A + un numero che va da 0 a 7. Le A0 sono le più leggere, anche se non hanno un peso definito, generalmente pesano dai 200 gr ai 350 gr. Sono adatte agli atleti molto leggeri che si allenano con sessioni veloci e di breve durata. Le A7 sono le classiche scarpe da ginnastica indossate dalle persone per camminare, ma inadatte per la corsa.

Per non sbagliare, il consiglio è di orientarsi verso un modello intermedio (A3) non troppo costoso e testarle per alcuni allenamenti. Se le articolazioni rispondono bene e non sentiamo particolari dolori a muscoli e tendini, abbiamo trovato il modello giusto per noi.

Secondo criterio da prendere in considerazione è il modo in cui appoggiamo il piede nella camminata e nella corsa. Anche qui abbiamo una classificazione, pronatori, supinatori e neutri. I pronatori appoggiano il piede verso l’esterno, i supinatori verso l’esterno. Possiamo verificare il nostro orientamento esaminando le scarpe che indossiamo più spesso. Se sono più consumate verso l’esterno avremo bisogno di scarpe da corsa anti anti-supinazione, nel caso opposto ci servono scarpe anti-supinazione. Se invece sono consumate in maniera uniforme possiamo orientarci verso un modello neutro.

Infine i materiali. La scarpa è composta da quattro parti: tomaia, conchiglia, intersuola e battistrada. La tomaia è la parte più esterna, quella che avvolge il piede. Sarà la parte che si consumerà prima, poiché i produttori tendono a risparmiare sui costi. La conchiglia è il componente posteriore che avvolge il tallone e conferisce stabilità. L’intersuola si trova tra la tomaia e il battistrada ed è la parte più importante della scarpa tecnica, in quanto direttamente responsabile dell’ammortizzazione. Infine il battistrada, la parte più esterna che impatta sul terreno.

Quando cambiare le scarpe da corsa? Beh, come detto la tomaia tenderà a usurarsi già dopo due mesi, aprendosi in corrispondenza dell’alluce e del metatarso, ma finché non si formano dei veri e propri buchi, possiamo ancora utilizzarle. Ma nel momento in cui si consuma il battistrada fino all’intersuola, allora si, è arrivato il momento di fare il cambio.